GIANLUCA VALLEGGI ARCHITETTURE

 

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA

 

DIPARTIMENTO DI PROGETTAZIONE DELL’ ARCHITETTURA

 

Tesi di Laurea  -  A.A. 2004/2005

 

IL “ PIAGGIONE ” :

riqualificazione di Piazza Guido Guerra a Empoli

 

 

Relatore: Prof. Arch. Loris Macci

 

Correlatore: Dott. Arch. Fabio Fabbrizzi

 

Laureando: Gianluca Valleggi



 

Introduzione

 

La zona in oggetto di progettazione si trova ad Empoli (FI) ed è situata tra il centro storico e la sponda sinistra dell’ Arno e più precisamente delimitata da viale Petrarca (S.S. 67), viale Cesare Battisti e da piazza Guido Guerra.

L’area, di proprietà dell’Amministrazione Comunale, ha una superficie di oltre 37.000 mq ed è attualmente occupata dal Palazzo delle Esposizioni e da parcheggi di superficie.

Il nuovo Regolamento Urbanistico del Comune di Empoli prevede per tale area una Ristrutturazione Urbanistica mediante Piano di Recupero, di cui tratteremo più avanti.

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Fig. 1 – Panoramica sulla zona dell’ intervento

 

L’  ANALISI

VICENDE STORICHE

 

Breve storia di Empoli

 

Appare nei documenti fin dal sec. VIII come castello in località detta tuttora Empoli Vecchio ( Santa Maria a Ripa ), ma la città si andò formando dopo il 1119 intorno alla pieve di S. Andrea. Feudo dei conti Guidi, nel 1182 giurò fedeltà alla Repubblica Fiorentina. Nel 1260, dopo la battaglia di Montaperti che segnò la sconfitta dei guelfi fiorentini, nel palazzo dei conti Guidi fu tenuto il famoso parlamento ghibellino, nel quale Firenze fu salva per la generose parole di Farinata degli Uberti citate da Dante nel suo poema ( Inf. X vv. 91-93 ).

A ricordo dello storico congresso , il palazzo Guidi venne ribattezzato Palazzo Ghibellino e con questo nome è conosciuto ancor oggi. Le mura cittadine, diroccate dalla grande piena dell' Arno del 1333, furono rinnovate pochi anni dopo, mentre alla seconda metà del Quattrocento risale la costruzione di una terza cinta muraria quadrangolare della quale sono sempre visibili ampi tratti. La città subì molte sofferenze dalle soldatesche di Castruccio Castracani (1315), dai Pisani e dai Visconti; nel 1501 fu saccheggiata dal duca Valentino e nel 1530 dalle Truppe Imperiali Spagnole, dopo la disperata difesa organizzata da Francesco Ferrucci.

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Fig. 1 - Empoli assediata dalle truppe spagnole, affresco di Giorgio Vasari in Palazzo Vecchio a Firenze

Dal sacco del 1530 alla seconda metà del XVIII secolo, Empoli visse un periodo di oscurità durante il quale perse in parte quelle caratteristiche che l' avevano resa, per qualche secolo, un centro estremamente vitale. i primi sintomi di risveglio si ebbero con le riforme per il rilancio delle imprese e dell' economia del granduca Leopoldo I di Lorena.

Dalla metà dell' Ottocento, di pari passo allo sviluppo manifatturiero, specie vetrario, si assistette ad un notevole sviluppo urbanistico e demografico che portò alla creazione della ferrovia "Leopolda" fra Firenze e Pisa, e al nuovo ponte sull' Arno. Le mura cittadine e le porte furono demolite per lasciare spazio alle abitazioni. Il vecchio centro storico fu ulteriormente impoverito dai gravi danni provocati dall' ultimo conflitto mondiale.

( R. Nanni, P. Panicci, E. Testaferrata )

 

Dal “Piaggione” a Piazza Guido Guerra

 

Fino alla metà dell’ 800 la nostra area era un’ isola fluviale denominata il “Piaggione”, l’Arno si divideva in due rami poco prima dell’ abitato di Empoli e si ricongiungeva poco dopo; il ramo minore del fiume che passava più vicino alla città era chiamato “Bisarnella” ( che già dal nome richiama alla mente il fatto di essere il fratello più piccolo dell’ Arno vero e proprio); si staccava dal letto principale dopo la confluenza con l’ Orme sul lato sinistro, passava di fronte al lato nord delle mura cinquecentesche per poi ricongiungersi all’ Arno quasi in corrispondenza del Rio dei Morticini, affluente di destra sull’ altra riva tra Spicchio e Sovigliana.

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Fig. 3 - L’ Arno allo scalo di Empoli, Bernardino Della Porta, 1792 - ASCE, Comunità, 23, c.180

Dal 1836 comincia un certo interesse per questa isoletta sull’ Arno; ciò è dovuto al fatto che si è deciso di costruire un ponte che colleghi Empoli all’ altra riva e quindi a Vinci, Cerreto e Limite, facilitando così il transito di persone e merci ( Empoli è infatti un fiorente mercato fin dal ‘400 ) affidato fino ad allora a dei navalestri.

L’ isola si trovava proprio fuori da Porta d’ Arno che chiudeva a Nord una delle strade principali del centro storico: via San Giuseppe ( oggi via Ridolfi ), quindi il ponte avrebbe dovuto essere il naturale prolungamento di questo asse viario.

La prima ipotesi di ponte dovuta all’ ingegnere Giuseppe Michelacci risale al 1849 e prevedeva un piccolo ponte per collegare Empoli al Piaggione ed un secondo ponte più grande per superare più a nord l’ altro braccio dell’ Arno.

Successivamente prese piede l’ ipotesi di deviare il corso del fiume nel Bisarnella, costruire il ponte sul ramo del fiume reso in secca, riportare il corso dell’ Arno nella sua sede principale e quindi interrare l’ alveo secondario.

Da questa idea nasce l’ attuale conformazione della nostra zona d’ intervento.

Il successivo progetto del Michelacci prevede tale soluzione e risale al 1849, i lavori al ponte con la relativa bonifica del Piaggione cominciarono nel 1852, il ponte fu inaugurato il 12 Agosto 1855, le successiva sistemazione delle aree circostanti ha richiesto un’ altra decina di anni .

Nel 1867 fu deciso dal Comune di dividere la zona esterna alle mura di Empoli ricavata dall’ interramento dell’ alveo del fiume, a ovest del ponte vennero ricavate 10 ‘preselle’ da porre in vendita all’ incanto pubblico e vendute poi dal 1873 a 1892; tale vendita darà il via al più importante intervento di edilizia del secolo nell’ empolese che si concluderà solo agli inizi del ‘900  e che comprende anche la realizzazione di due nuove piazze: Piazza Umberto I ( oggi Piazza Matteotti )  e Piazza Regina Margherita ( oggi Piazza Gamucci ).

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Fig. 4 - Il ponte sull’ Arno progettato dal Michelacci come appariva agli inizi del ‘900

Per quanto riguarda la parte ad est dello “Stradone del Ponte” ( oggi viale Cesare Battisti ) , che è praticamente la zona del nostro intervento, fu deciso di adibirla a manifestazioni di interesse collettivo ed in particolare ad ippodromo, tanto è che in alcuni documenti viene chiamata “Piazza delle Corse”.

Nel 1885 viene deliberata la costruzione di una piazza poligonale dove si incontravano le nuove strade che erano nate dopo la costruzione del ponte e la sistemazione della zona, denominata “Piazza della Fiera” ed in seguito dedicata a Guido Guerra.

Storicamente viene fatta risalire la costruzione del primo nucleo cittadino al 1119 attorno alla Pieve di S. Andrea per concessione della contessa Emilia di Sinibaldo e del marito Guido Guerra I al Pievano Rolando.

 

Piazza Guido Guerra nel ‘900

 

Fino alla fine del secondo conflitto mondiale la nostra zona non subisce mutamenti di rilievo se si escludono piccoli interventi di manutenzione all’ ippodromo. Ci sono tuttavia varie proposte d’intervento, a parte una proposta di costruirvi una Caserma di Cavalleria della quale poi si perdono le tracce. Troviamo quindi una delibera del Podestà del 1929 in cui si fa presente la necessità di recintare la zona affinché possa servire come campo sportivo, concorsi ginnastici, spazi per il gioco del pallone, tamburello, ecc.; ma anche questa non avrà seguito dato che lo stadio sarà costruito nel 1936 in via Masini .

Ne rimane però traccia in quello che avrebbe potuto essere l’intervento più importante e decisivo su tale area, infatti c’è un progetto del 1939 per la realizzazione della ‘Casa Littoria di Empoli’ redatto dall’ Arch. Italo Gamberini  alla quale sono affiancati un teatro all’ aperto ed attrezzature sportive per pattinaggio, nuoto, tennis, pallavolo, pallacanestro; le successive vicende belliche hanno poi di fatto reso vana anche tale ipotesi.

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Fig. 5 - Progetto dell’ Arch. Italo Gamberini

Nel 1944 il Ponte Leopoldino, in mattoni e travertino fu completamente distrutto dai bombardamenti degli alleati e le mine dei tedeschi in ritirata; fu poi sostituito da un ponte provvisorio in ferro fino alla costruzione del nuovo ponte nel 1952.

Alla fine della guerra più della metà del patrimonio edilizio di Empoli era stato distrutto, le macerie della città furono usate dalle truppe americane per colmare l’ area dove si trovava l’ antico ippodromo. In seguito ai bombardamenti fu anche creata una nuova strada che confluiva nella piazza: via Pievano Rolando. Successivamente fu poi deciso deviare la S.S. 67  a nord di Empoli lungo la sponda dell’ Arno creando una sorta di massicciata tra la nostra area ed il fiume.

Arriviamo infine agli anni ’60 quando la nostra zona d’ intervento assumerà la sua conformazione odierna con la realizzazione del Palazzo delle Esposizioni.

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Fig. 6 - Inaugurazione del Palazzo delle Esposizioni, 24 Settembre 1966


LO STATO ATTUALE

 

Il Palazzo delle Esposizioni

 

Il complesso edilizio venne deciso e realizzato nella prima metà degli anni ’60 come spazio espositivo e fieristico per la tradizionale industria del vetro e soprattutto per la nascente ed esplosiva industria confezionistica dell’ empolese, che dalla fine degli anni ’50 si stava infatti imponendo come asse portante dell’ economia della zona.

Il progetto fu affidato agli architetti Paolo Castelli di Macerata e Antonio De Cecco di Pescara, per descriverlo utilizzeremo degli stralci dal periodico comunale pubblicato in corso d’ opera:

..… L’ opera va sorgendo sulla vasta piazza Guido Guerra, attestante all’Arno, a nord della città. Il tema cen­trale della progettazione urbanistica — lo fanno rile­vare gli stessi autori del progetto, gli architetti Paolo Castelli di Macerata e Antonio De Cecco di Roma — era pertanto « rappresentato dal problema paesistico che s'identifica nel rispetto delle visuali verso le col­line di nord-ovest e del Monte Albano; tali visuali verso le colline di nord-ovest e del Monte Albano;…..

….. tali visuali possono salvaguardarsi solo assegnando all'edificio un volume il più possibilmente basso ed allungato, mentre la necessità di un armonico inseri­mento nel profilo ondulato del paesaggio suggerisce una volumetrica piuttosto articolata e intervallata da pause verdi ».

Queste preliminari considerazioni hanno portato, dopo vari tentativi, come rilevano i progettisti, « alla eliminazione del I piano dell'edificio che avrebbe ele­vato il corpo predominante ad un'altezza aggirantesi sui dieci metri; il che avrebbe creato una vera linea di sbarramento per le visuali verso il Monte Albano.

La eliminazione di un primo piano ha così per­messo. negli intendimenti dei progettisti, di contene­re l'altezza dell'edificio in un limite tale da non pre­giudicare la salvaguardia delle visuali; per altro, il disegno spezzato della copertura (si può ben notare dalle foto che veniamo pubblicando) verrà ad armo­nizzarsi al profilo ondulato delle colline.

.…. Esso può esser suddiviso in tre zone distinte:

Zona del salone : essa è costituita da tutta la parte a maggiore altezza del complesso, che in fase definitiva dovrebbe venir suddivisa nel salone ve­ro e proprio (per riunioni, conferenze e spettacoli va­ri) e in una sala minore per esposizione e altre de­stinazioni particolari …...

Zona porticata alla quota del terreno: essa è costituita dall'atrio prospiciente il salone e da una porzione delle sale disposte sul lato parallelo al fiu­me …..

Zona porticata al piano rialzato:è questa la parte destinata ai futuri uffici e servizi vari, al cui corrispondente scantinato saranno ubicati i depositi e la centrale termica ….. Nella zona accanto all'atrio verrà realizzato un nucleo di servizi igienici. La costruzione coprirà un'area di 2.250 metri quadrati.

Superfluo aggiungere, a questo punto, che quan­do l'opera sarà ultimata, potranno essere allestite nell' edificio, con adeguata disposizione e rispondenza di effetti, mostre, ricorrenti o meno dei vari prodotti dell'industria, dell’ artigianato e dell'agricoltura…..

( Empoli, anno V n° I, 1964 )


Piazza Guido Guerra e il suo intorno

 

Oltre allo spazio occupato dal Palazzo delle Esposizioni troviamo sulla piazza un piccolo chiosco e dei parcheggi di superficie, gli edifici che si affacciano sulla piazza sono delle tipologie più varie, così come sono molto vari anche gli stati di conservazione, il lato più uniforme per tipologia e conservazione e quello su viale Battisti che risale alle edificazioni di fine ‘800; il fronte sud della piazza fino alla S.S. 67, che per conformazione e uso sembra più essere il prolungamento di via Barzino, è quello più variegato presenta infatti tipologie di facciate che vanno da quelle realizzate nel settecento a quelle degli anni ‘80. Anche lo stato di conservazione varia da alcune facciate recentemente restaurate, come ad esempio la ex villa Bini la cui facciata è stata ridipinta sulla base delle foto storiche, ad alcune in fase di ristrutturazione, fino ad alcune in forte degrado, su una si vedono addirittura ancora i segni lasciati sulla facciata dalle schegge delle bombe dell’ ultimo conflitto mondiale.


PREVISIONI PER IL FUTURO

 

Il nuovo Regolamento Urbanistico di Empoli

 

Come già detto in precedenza il nuovo Regolamento Urbanistico del Comune di Empoli, in vigore dal 26/01/2005, prevede per la Nostra area, individuata come PUA 1.1, una Ristrutturazione Urbanistica mediante Piano di Recupero;

riporto di seguito la relativa scheda norma:

Scheda n° 1.1

Piano Strutturale                                  U.T.O.E. n° 1 “La città compatta”

D.M.1444/1968                                             Zona territoriale omogenea B

1. DESCRIZIONE

L’area interessata, compresa tra viale Petrarca, viale Cesare Battisti, Piazza Guido Guerra e via di Barzino, si colloca a margine del centro storico di Empoli e si affaccia sul fiume Arno. L’area, di proprietà dell’Amministrazione Comunale, è attualmente occupata da un Polo Espositivo e da un parcheggio di superficie.

2. TIPOLOGIA DELLA TRASFORMAZIONE

Ristrutturazione urbanistica mediante Piano di Recupero (P.d.R.)

3. SUPERFICIE DELL’AREA D’INTERVENTO

Mq. 37359 nello stato di fatto così ripartiti:

- Parcheggio Mq. 10783

- Verde Mq. 3863

- Viabilità Mq. 10265

- Attrezzature Mq. 12448

4. OBIETTIVI QUALITATIVI GENERALI DI PROGETTO

Riorganizzare il fronte nord della città portando a compimento, con sensibilità moderna, il disegno ottocentesco di un nuovo spazio di relazione con il fiume, con il ponte, con la città oltre l’Arno; riorganizzare l’area e localizzare in essa funzioni pregiate e con una forma attenta allo spazio urbano.

5. DIMENSIONAMENTO DI PROGETTO

a) Superficie territoriale mq. 37359

b) Superficie per opere di urbanizzazione

- strade e piazze come da progetto di P.d.R.

- parcheggi pubblici di superficie mq. 1500

- verde pubblico mq. 6655

- attrezzature come da progetto di P.d.R.

c) Superficie fondiaria a - b

- parcheggi pubblici interrati mq. 12500

6. ELEMENTI PRESCRITTIVI (invarianti di progetto)

a) E’ prescritta la trasformazione di parte dell’area occupata dal parcheggio, in verde pubblico, con operazioni di recupero e potenziamento della pineta esistente;

b) E’ prescritta la realizzazione delle seguenti attrezzature:

- costruzione di uno spazio espositivo di mq. 1.000;

- costruzione di un auditorium di almeno 600 posti;

c) Dovrà essere riorganizzata piazza Guido Guerra; la suddetta piazza dovrà essere integrata col centro storico attraverso la riqualificazione di via Ridolfi.

7. PARAMETRI URBANISITICO-EDILIZI

a) Superficie utile lorda totale Sul 10780 mq

Sul residenziale 3500 mq

Sul commerciale 2200 mq

Sul direzionale 1200 mq

Sul ricettiva 5680 mq

b) Rapporto di copertura fondiario Rc 0,35

c) Altezza massima H 13,50 m

d) Numero massimo di piani fuori terra 4

e) Distanza minima dai fili stradali e dagli spazi pubblici Ds come da R.U.

f) Distanza minima dai confini, per edifici non in aderenza Dc 5,00 m

g) Distanza minima tra i fabbricati Df 10,00 m

8. DESTINAZIONI AMMESSE

- Commerciale, limitatamente ad esercizi di vicinato e medie strutture di vendita;

- direzionale;

- turistico-ricettiva alberghiera ed extra alberghiera;

- residenziale;

- pubbliche o d’interesse pubblico.

9. CLASSE DI PERICOLOSITA’

9.1 - Grado di sismicità dell’area: 3

9.2 - Caratteristiche geologico tecniche dell’area:

Presenza di terreni con caratteristiche geotecniche buone, Rp maggiore di 20 Kg/cm2. Hanno resistenza a rottura elevata e bassa compressibilità.

9.3 - Classe di Pericolosità Geologica: Classe 1

Pericolosità Irrilevante

9.4 - Classe di pericolosità idraulica: 3

9.5 - Allagamenti passati:

Esondazione SI/NO Provenienza acqua Causa Battente idrico

1844                           SI

1966                           NO

1992-1993                NO

9.6- Classe prevista dal PAI:

PI4

PI3

PI2                              X

PI1

9.7 - Rischio dovuto a rii minori:

Non si sono mai registrati allagamenti se non nel 1844 in cui tuttavia le condizioni locali erano assolutamente differenti dalle attuali e l’Arno non era arginato. Il rischio dovuto ai rii minori è limitato al periodo transitorio in attesa dell’esecuzione delle opere idrauliche previste per il Rio Cappuccini e Rio Bonistallo.

9.8 - Zona: 2

10. CLASSE DI FATTIBILITA’

10.1 - Classe di Fattibilità Geologico-tecnica: Classe 2

Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto. La fattibilità dell'intervento è da stabilirsi sulla base di un’indagine opportunamente mirata a sviluppare le problematiche evidenziate con gli studi condotti a livello di PRG. Nei casi previsti dal D.M.LL.PP. 11/03/88 dovranno essere eseguite indagini geologiche e geotecniche per valutare la stabilità della zona interessata dall'intervento.

10.2 - Classe di fattibilità idraulica: 3

10.3 - Misure da adottare per il rischio idraulico:

Quota di sicurezza: piano di calpestio ad almeno 26.13 m.s.l.m. Consentiti scantinati o garage sotto il p.c. purché realizzati con ingressi a quote di sicurezza (26.13 m.s.l.m), paratie stagne ed impiantistica adatta a resistere ad eventuale allagamento o progettata in maniera da risultare non sommergibile cioè al di sopra della quota di sicurezza. Obbligo di pavimentazioni drenanti per parcheggi ed aree asfaltate.

Note: E’ necessario allegare al progetto una relazione idraulica di dettaglio, a firma di tecnico abilitato, che evidenzi le modalità di attuazione delle indicazioni previste per la zona, delimitando eventuali ambiti, specificando le correlazioni che intercorrono tra le quote realmente esistenti sul p.c. dell’intervento e quelle circostanti e descriva il controllo delle acque meteoriche.

La progettazione deve tendere a ridurre i contributi idrici unitari diminuendo le superfici impermeabili ed adottando accorgimenti costruttivi per il ritardo del rilascio delle acque di pioggia.

11. MODALITA’ ATTUATIVE

Project financing previa proposta ex. Art 37/bis L.415/1998.

12. SUPERFICIE MINIMA D’INTERVENTO

Smi = mq. 37359

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Fig. 7 - Estratto cartografico dal Piano Strutturale


LO  STUDIO PRELIMINARE

 

Sulle previsioni di Piano

 

La vocazione naturale della nostra zona è sicuramente pubblica o comunque di uso pubblico, fin dalla suddivisione ottocentesca delle aree ricavate dall’ interramento dell’alveo secondario del fiume è sempre stata definita “d’interesse collettivo”. Oggi, a maggior ragione, essendo l’unico spazio pubblico di una certa rilevanza attiguo al centro storico, non può avere destinazione residenziale.

Le modalità attuative, tramite project financing, richiedono in ogni modo una certa contropartita; si propone così un’ ampliamento degli spazi ricettivi e commerciali.

Se ciò non dovesse essere sufficiente bisognerebbe trovare altre soluzioni come ad esempio: legare al nostro intervento un’ altra area  a destinazione residenziale situata altrove; oppure, data la valenza sovra comunale dell’intervento, coinvolgere direttamente anche gli altri Comuni del Circondario Empolese Valdelsa, creandovi magari negli spazi direzionali proprio la  sede del Circondario stesso.

Alcuni parametri edilizi, tipo le altezze degli edifici che sono equivalenti agli edifici circostanti, sono un po’ limitanti per la predisposizione intrinseca alla posizione stessa della zona; infatti l’ area è la porta del centro storico nonché un punto di riferimento per chi arriva ad Empoli percorrendo la statale o attraversando il ponte Sull’Arno; dovrà quindi assumere una maggiore rilevanza di quella prevista dalle norme ed avere inoltre una forte caratterizzazione.


Sul traffico e le aree di sosta

 

Allo stato attuale la nostra area è assediata dal traffico meccanizzato e soffocata dalle auto in sosta.

Percorrendo piazza Guido Guerra ci troviamo praticamente all’ interno di un parcheggio nel quale dobbiamo districarci tra le vetture posteggiate. La cosa comunque più asfissiante è l’ incombente presenza di viale Petrarca perché è situato su di una rampa inclinata che sale verso il ponte sull’ Arno e si crea così una situazione anomala in cui il fruitore degli spazi del Palazzo delle Esposizioni si trova ad un piano inferiore rispetto a quello della quota del livello stradale; essendo inoltre una Strada Statale è anche percorsa da una notevole quantità di automezzi pesanti che aggravano ulteriormente la situazione.

Si genera così un fastidioso inquinamento acustico e visivo.

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Fig. 8 – Il rapporto con Viale Petrarca


Sul rapporto con il fiume

 

Anche successivamente all’ interramento del ‘Bisarnella’ con la conseguente sparizione dell’ isola fluviale, fino agli anni ’50 c’è sempre stato comunque un forte legame tra il “Piaggione” e l’Arno, tutta l’area era infatti una sorta di grande terrazza erbosa che si affacciava direttamente sul fiume; tale legame è stato completamente reciso con la creazione della suddetta massicciata stradale di Viale petrarca.

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Fig. 9 – La massicciata stradale impedisce la percezione della sponda e del fiume

 

Sul rapporto con l’ altra sponda

 

Attraversando il ponte ci troviamo a Spicchio e Sovigliana, una frazione del Comune di Vinci che di fatto è quasi un quartiere di Empoli oltre l’ Arno.

In particolare ci troviamo su viale Togliatti, un importante asse viario in direzione di Vinci, Cerreto Guidi e Fucecchio; negli ultimi anni il Comune di Vinci ha deciso di dare una sistemazione più consona a tale viale sia dal punto di vista della circolazione stradale che da quello architettonico. I lavori sono quasi ultimati, rimane da finire solo l’ultimo troncone del viale in direzione di Vinci.

Con il progetto per la sistemazione del viale, già dagli anni ’90, il Comune di Vinci ha anche avanzato una proposta per risistemare il ponte e creare una passerella pedonale tra Sovigliana ed Empoli. Proprio di recente si sono avviati dei confronti tra i due Comuni al fine di trovare un accordo per sistemare il nodo del ponte e migliorarne la viabilità.

Nel mio progetto ho deciso di recepire il suggerimento proveniente dallo studio effettuato dal Comune di Vinci sulla viabilità.

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Fig. 10 – Dal progetto preliminare del Comune di Vinci per viale Togliatti del 1999

 

Sul rapporto con la città

 

Fisicamente la nostra zona si trova ad appena cento metri dal centro storico di Empoli, situato all’interno del perimetro delle mura cinquecentesche. Nonostante ciò non percepiamo tale vicinanza, il fatto è dovuto a vari fattori tra i quali, oltre alla presenza della statale ed a una certa casualità intervenuta nella realizzazione del contorno di piazza Guido Guerra; esiste infatti un problema di assetto viario per cui, proprio sul lato della piazza che si volge verso il centro della città, confluiscono ben sei strade senza che venga individuato nessun asse principale ben definito: tale situazione crea un sorta di smarrimento in colui che percorre la piazza.

La volontà progettuale è quella di legare maggiormente la nostra zona al centro storico, rafforzando l’asse con quest’ ultimo e mettendo in secondo piano le vie laterali.

Per fare ciò partiamo dall’ analisi dell’impianto della città all’interno del tracciato murario.

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Fig. 11 – Schema dei percorsi interni alle mura cinquecentesche

Vediamo subito una certa anomalia nell’ impostazione tipica cardo-decumano, derivante molto probabilmente dall’ impianto delle mura trecentesche che avevano un perimetro ottagonale ma delle quali purtroppo abbiamo solamente scarsi resti.

Troviamo un asse maximo spostato verso est, infatti le vecchie porte della città, a nord Porta d’Arno ed a sud Porta dei Cappuccini, erano decentrate sui rispettivi fronti murari; nonostante questo l’asse nord-sud, l’attuale via Ridolfi, è quello che percepiamo preponderante e l’unico che attraversa direttamente il centro storico.

Ad est ed ovest troviamo Porta Fiorentina e Porta Pisana che hanno una collocazione più consueta al centro dei rispettivi fronti; qui la cosa strana è costituita dal fatto che, oltrepassate le porte entrando in città, non troviamo un asse viario che le collega direttamente ma ci ritroviamo su due vie secondarie con andamento nord-sud e la strada ci viene sbarrata dai palazzi retrostanti le porte di accesso; tale situazione che deriva da necessità difensive per cui nel caso in cui avessero ceduto le porte della città non sarebbe ugualmente stato facile l’accesso al suo interno, sposta l’attraversamento del centro su due vie quasi parallele: le attuali via del Giglio più a nord e via Giuseppe del Papa più a meridione.

Si percepisce poi un terzo livello di viabilità non proprio uniforme costituito dalle strade minori, dai vicoli e dalle piazze.


La scelta dei materiali

 

Memore del vecchio ponte sull’Arno, quello del Michelacci, della presenza delle mura cinquecentesche e del ricordo delle porte cittadine, tutti accomunati dall’ uso del mattone e della pietra, ho deciso di orientarmi per la scelta dei materiali costruttivi verso tale direzione.

Durante l’ ultimo conflitto mondiale furono distrutti il suddetto ponte e Porta Pisana, l’unica sopravvissuta agli abbattimenti ottocenteschi dell’espansione di Empoli oltre le mura, i loro resti furono utilizzati assieme alle macerie dei fabbricati distrutti per riempire la nostra area. Questa presenza ha solleticato la mia immaginazione per cui ho ipotizzato che i resti degli edifici storici risorgano a nuova vita dal terreno assumendo una forma più attuale.

A questo punto sono andato oltre facendo assumere un aspetto del tutto nuovo ai materiali stessi: il mattone diventa una parete ventilata che lascerà filtrare la luce tra l’ interno e l’esterno degli edifici; la pietra si trasforma nel rivestimento dei setti murari che caratterizzano l’ impianto del progetto.

Ho sentito inoltre la necessità di inserire un ulteriore elemento, definiamolo ‘ideale’, completamente estraneo alla tradizione della zona che serva per segnalare chiaramente le emergenze architettoniche come ad esempio la nuova Porta d’Arno o gli accessi alle varie funzioni degli edifici; ho deciso di usare a tale scopo la lavagna.

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Fig. 12 – Genesi dei materiali principali usati nel progetto

Ho commercialmente individuato tali elementi rispettivamente con la ‘Doga Litos’ della ditta Sannini Impruneta; mentre i rivestimenti in gres porcellanato della ditta Graniti Fiandre corrispondono alla ‘Pietra di Luserna’ ed alla ‘Lavagna’ della serie New Stone.


IL PROGETTO


L’ IMPIANTO PLANIMETRICO

 

La viabilità razionalizzata

 

Per la sistemazione del lato settentrionale, recepiamo le indicazioni del Comune di Vinci di cui trattato in precedenza.

L’ inserimento di una rotatoria all’ incrocio tra viale Petrarca ed il ponte dell’ Arno, oltre a rendere più scorrevole il traffico, consente di deviare buona parte dei veicoli direttamente sulla Statale; il sistema semaforico non consente la svolta a sinistra per chi arrivando da Vinci deve andare in direzione di Firenze, obbligandoci quindi a passare all’interno della piazza che viene così caricata inutilmente di traffico superfluo.

Per la parte meridionale, quella verso il centro storico, spostiamo più ad ovest parte dell’ attuale tracciato stradale con la creazione di una ‘mezza rotatoria’ che razionalizza l’ innesto delle vie secondarie di ponente con piazza Guido Guerra; con tale spostamento creiamo anche un’ intersezione tra la viabilità meccanizzata e quella pedonale sul prolungamento di via Ridolfi, in cui è preponderante l’ importanza dello spazio riservato ai pedoni rispetto alla circolazione dei veicoli.

La sosta dei veicoli sarà consentita solo lungo il perimetro della piazza e riservata ai residenti ed alla sosta veloce, il rimanente carico di veicoli in sosta sarà assorbito dal parcheggio interrato.

 

Il nuovo argine e gli spazi verdi

 

Il lato nord dell’ intervento, anche alla luce dei problemi emersi nello studio preliminare, risulta essere di non facile soluzione per il rapporto che c’è tra la nostra area, la Statale ed il fiume; dopo varie ipotesi che non risolvevano appieno questo nodo ho deciso di procedere creando una sorta di estensione della sponda dell’ Arno.

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Fig. 13 – Prolungare la sponda del fiume ci pone in una posizione più favorevole

Questa nuova sponda diventa un vero e proprio argine verso il traffico su viale Petrarca; vengono di fatto nascosti i mezzi in transito sulla Statale,  togliendo buona parte dell’ inquinamento acustico, e liberando finalmente la visuale delle colline sullo sfondo.

Proseguendo in direzione del centro della piazza ci troviamo su degli ampi spazi aperti che degradano verso nord seguendo l’ inclinazione della S.S. 67. Tali spazi sono in realtà la copertura erbosa del nostro parcheggio interrato: questa sistemazione ci riporta alla mente il grande prato che, fino alla costruzione della statale, occupava piazza Guido Guerra fino ad arrivare direttamente sull’ Arno.

Con questo espediente abbiamo un ulteriore vantaggio perché una parte del parcheggio interrato è di fatto fuori terra rispetto al piano attuale della zona; perciò lo scavo dovrà raggiungere un profondità minore e ben tre settori del parcheggio rimarranno totalmente al di sopra dei 26,13 m s.l.m. individuati come quota di sicurezza per il rischio idraulico.

Gli spazi verdi ricavati ricoprendo il parcheggio interrato saranno caratterizzati dalla presenza di aperture per illuminare il parcheggio stesso e da percorsi che, seguendo la direttrice secondaria del progetto, andranno ad accentuare il legame tra la nostra zona ed il fiume.

Rialzando il livello degli spazi verdi rispetto alla Statale facciamo sì che il fruitore del parco si trovi ad una quota privilegiata rispetto alla strada ed abbia finalmente una visuale sgombra dal traffico verso le colline sullo sfondo.

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Fig. 14 – L’ Arno e le colline sullo sfondo


La prosecuzione del Asse Cardinale e la nuova porta d’ Arno

 

Viene resa pedonale via Ridolfi ed estesa la pavimentazione del centro storico fino a lambire il nostra area, su tale direttrice si innesta l’asse principale del nostro intervento, un asse cardinale, che terminerà con una nuova Porta d’ Arno; individuiamo anche un secondo asse, perpendicolare al primo, nella direzione che dal ponte sull’ Arno va verso il Parco Mariambini, confidando che con una prossima sistemazione dell’ area nord-est del parco venga creato un accesso diretto con il “Piaggione”. Nella stessa direzione abbiamo dei percorsi secondari che ci legano al fiume.

Abbiamo infine un terzo livello di percorsi e spazi che collegano il tutto, tra i quali emerge quello corrispondente alla galleria commerciale, fortemente caratterizzato dalla presenza di ‘cubi di vetro’ in corrispondenza dei lucernari che creano un collegamento visivo tra i due livelli.

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Fig. 15 - Schema delle direttrici di progetto

Con tale schema, che prende spunto dall’ impianto della viabilità del centro cittadino ( vedi fig. 11 ), ho voluto in parte ricalcare e rielaborare l’ impianto delle vie interne alle mura per rafforzare la continuità tra le due zone.

Costruire poi una nuova porta cittadina lega ancora più efficacemente gli edifici del nostro complesso al centro storico portandoli idealmente all’ interno della cinta muraria. Allo stesso tempo tale ‘arco’ diventa meta del percorso pedonale principale nonché limite oltre al quale ci troviamo sulla ‘sponda’ del fiume con visuale aperta fino alle colline in lontananza.

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Fig. 16 – Visuale di chi si trova Sotto la Porta d’ Arno e guarda verso le colline

 

Il basamento connettivo

 

Parte salendo dolcemente dal centro di Empoli verso la nostra area ad un livello poco più alto di due metri; dopo una breve serie di rampe ci troviamo in un ampio spazio antistante l’ ingresso del teatro, al livello principale del nostro intervento, quello del piano terra del teatro stesso e dell’ albergo, delimitato da una fontana e dal setto che accompagna verso la galleria commerciale. Arrivando a piedi da via Ridolfi o in auto da via Pievano Rolando abbiamo in primo piano proprio questa ampia piazza, molto ariosa e con le visuali libere fino al fiume ed oltre.

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Fig. 17  e 18 – Le visuali che si hanno proviendo da via Ridolfi e da via Pievano Rolando

Più ad est troviamo appunto l’ingresso principale della galleria commerciale e dello spazio espositivo, vi arriviamo percorrendo una rampa che degrada verso un livello un metro e mezzo più basso lungo una serie di parterre erbosi.

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Fig. 19 – L’ ingresso alla galleria commerciale per chi arriva dal centro cittadino

Sempre rimanendo sul lato est, quello delimitato dagli edifici ad uso commerciale, che hanno anche una funzione di filtro verso il fronte più disomogeneo di piazza Guido Guerra, il basamento si insinua tra gli edifici terminando con delle ‘terrazze’, sotto tali terrazze troviamo altre tre uscite secondarie dal parcheggio interrato e dal livello semi-interrato, sullo stesso lato troviamo anche l’ ingresso carrabile al parcheggio.

Il lato ovest invece è molto più aperto e si fonde delicatamente con il fronte della piazza intervenendo con una semplice sistemazione del verde esistente, troviamo qui il fronte principale dell’ albergo, l’accesso agli spazi di parcheggio del personale e di servizio per l’albergo stesso ed il teatro; nonché un’ ulteriore accesso alla galleria in corrispondenza l’asse secondario.

Sul lato nord la nostra piastra è delimitata dagli spazi sistemati a verde descritti in precedenza.


IL COMPLESSO ARCHITETTONICO

 

Gli edifici emergenti vengono divisi in tre elementi principali, ognuno ospitante una diversa funzione, abbiamo così uno spazio culturale, uno ricettivo ed uno commerciale/direttivo.

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Fig. 20 – Vista assonometrica dell’ intero complesso

 

Il teatro

 

L’accesso al Teatro è rivolto a sud verso il centro della città. Entrando troviamo l’atrio che ospita il botteghino, il guardaroba e il bar buffet.

Verso l’interno c’è uno spazio di relazione con gli accessi alla platea e alla galleria con capienza complessiva di 720 posti. Ai lati ci sono due ordini di palchetti schermati tramite l’uso di telai in legno che creano all’interno della sala un effetto di trasparenza luci ed ombre simile a quello prodotto dalle schermature in cotto sull’ esterno.

Il palco, pensato prevalentemente per rappresentazioni di prosa, è attrezzato anche per altri tipi di spettacolo. Sul retro del palcoscenico ci sono spazi per attrezzature di scena, camerini, cameroni, sartoria, depositi e laboratori vari; troviamo inoltre un montacarichi che dal piano interrato, accessibile con mezzi meccanizzati anche dall’esterno, collega tutti i livelli fino alla graticcia.

Infine c’è una sala prove che ha la possibilità di aprirsi all’esterno sul fronte nord dell’edificio e può quindi diventare un secondo palco dove gli spettatori trovano posto su una tribuna all’aperto che sale verso gli spazi verdi.

Ai livelli superiori, in corrispondenza dell’ingresso, ci sono uffici per la direzione e l’organizzazione di spettacoli e conferenze.

L’ultimo livello,che collega la torre scenica alla regia e alla cabina di traduzione e proiezione, è interamente riservato agli spazi tecnici.

Il teatro è una vera e propria struttura polivalente usufruibile anche come auditorium e cinema avendo all’interno le necessarie attrezzature.

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Fig. 21 – Vista dell’ ingresso del teatro


Lo spazio espositivo

 

Si trova sul lato est del Teatro pur mantenendo nell’impianto planimetrico una divisione con il suddetto. Questo abbinamento permette alle due strutture di svolgere contemporaneamente attività diverse oppure, nel caso in cui sia abbinata l’esposizione alla conferenza, congiunte.

Lo spazio espositivo si sviluppa su quattro livelli che vanno dalla galleria commerciale fino al secondo piano terminando con un doppio volume. Ogni livello si affaccia su quello sottostante in corrispondenza delle gradi pareti vetrate la cui luce è filtrata dagli elementi in cotto delle pareti ventilate. Sul lato nord ci sono i collegamenti verticali tra i vari piani inseriti all’ interno di un elemento architettonico che caratterizza il nostro spazio sia all’interno che all’esterno dell’edificio.

Al piano interrato è stata ricavata una piccola sala conferenze con accesso diretto dall’esposizione e dal lato ovest in corrispondenza di una uscita dai parcheggi e di un ingresso secondario dell’albergo.


L’ albergo

 

E’ situato sul lato ovest della zona di progetto, in tale direzione troviamo infatti il fronte principale dello stesso. Attraverso l’ampia vetrata lo spazio antistante penetra fin dentro l’atrio dell’albergo al quale si accede passando attraverso un elemento cubico  che costituisce l’ ingresso principale.

Nella hall si affacciano tre terrazzi  che assumono l’ aspetto di giardini pensili e sono contemporaneamente percorsi verso le camere e spazi di relazione; ai due lati troviamo i  collegamenti verticali.

Al piano terra oltre alla reception e relativi uffici, agli spazi di relazione, c’è un piano bar e il ristorante.

Al piano inferiore ci sono gli spazi di servizio: cucina, lavanderia, spogliatoi, carico e scarico merci con accesso meccanizzato dall’esterno; nell’ ala nord troviamo una seconda sala del ristorante  a questo collegata che filtra l’ingresso dalla galleria tramite uno spazio adibito a caffè.

I tre piani superiori comprendono  48 camere.

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Fig. 22 – Vista dell’ ingresso dell’ albergo


La galleria commerciale

 

La galleria commerciale si snoda lungo un percorso che, oltre ai numerosi accessi verso l’esterno e ingressi al parcheggio, è direttamente  collegato allo spazio espositivo e all’albergo.

I negozi sono collocati lungo il fronte interno in tre edifici situati sul lato est dell’ intervento e sul lato opposto in corrispondenza del parcheggio. Un altro piano di negozi si trova al piano superiore sul percorso esterno corrispondente a quello della galleria. Alcuni negozi hanno l’accesso da entrambi i livelli e possono essere facilmente suddivisi in spazi più piccoli.

La galleria è illuminata, oltre che dagli ampi collegamenti con la piazza, da una serie di lucernari collocati lungo il percorso del livello superiore che permettono un contatto visivo tra i due piani e che la caratterizzano fortemente avendo al di sotto di queste aperture elementi di arredo quali sedute, fioriere e fontane. Al piano inferiore, sparse lungo il  percorso, sono inserite anche due tipologie diverse di vetrine, una legata al reparto commerciale e l’altra a quello espositivo; questa disposizione porta direttamente nella galleria le attività che vi si affacciano facendo diventare di fatto la galleria un ulteriore spazio di mostra.

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Fig. 23 – Scorcio della galleria commerciale


Gli spazi direzionali

 

Sono situati al secondo piano degli edifici che ospitano anche i negozi, ci sono tre diverse tipologie di ufficio per ognuno dei tre blocchi.

 

Il parcheggio interrato

 

Contiene oltre 700 posti auto ed è costituito da tre diversi blocchi rispettivamente di 2, 3 e 4 piani tra loro collegati; per ogni blocco c’è un’ uscita pedonale che porta alla galleria commerciale.


LE TAVOLE DI PROGETTO

 

Seguono allegate in scale ridotta le tavole di progetto:

 

Tavola  1 - Il contesto territoriale

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Individuazione cartografica dell’ area d’intervento, immagini di Empoli. Formato A0.


Tavola  2 - La cornice storica

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Cartografia ed immagini della zona dal ‘500 i primi del ‘900. Formato A0.


Tavola  3 - La situazione attuale

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Foto del Palazzo delle Esposizioni e lungo il perimetro della zona d’intervento, ipotesi progettuali avanzate sull’area dal 1939 al Regolamento Urbanistico del 2005. Formato A0.


Tavola  4 - Lo studio preliminare

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Considerazioni su alcuni punti emersi dall’analisi e linee guida del progetto. Formato A0.


Tavola  5 - Planivolumetrico

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Planimetria comprendente l’intera area di progetto; scala 1:500. Formato A0.


Tavola  6 - Piano interrato, sezione AA

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Pianta, sezione-prospetto e render; scala 1:200. Formato doppio A0.


Tavola  7 - Piano terra, sezione BB

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Pianta, sezione-prospetto e render; scala 1:200. Formato doppio A0.


Tavola  8 - Piano primo, sezione CC

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Pianta, sezione-prospetto e render; scala 1:200. Formato doppio A0.


Tavola  9 - Piano secondo, sezione DD

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Pianta, sezione-prospetto e render; scala 1:200. Formato doppio A0.


Tavola 10 - Piano terzo, sezione EE

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Pianta, sezione-prospetto e render; scala 1:200. Formato doppio A0.

 

Bibliografia

 

AA VV, Concorso di progettazione per il recupero dell' ex area Fiat in Viale Belfiore a Firenze, Firenze, 2002.

AA VV, Linee di sviluppo dell' urbanistica cittadina dal '700 ai giorni nostri, Empoli, 1975.

A.S.C.E. (Archivio Storico del Comune di Empoli ), filze relative al Fondo delle carte della Società per la costruzione del Ponte sull’ Arno, anni 1951-1906; alle Carte dell’ Ufficio Tecnico, anni 1960-1997; alla Miscellanea delle Carte dell’ Ufficio Tecnico, anni 1804-1940.

Amministrazione Comunale di Empoli (a cura di), Empoli e il suo territorio, Empoli, 1980.

Assessorato alla cultura del Comune di Trieste (a cura di), Otto progetti per il cuore di Trieste : i progetti di Alexandre Chemetoff, Giancarlo De Carlo, Manuel De Solá-Morales, Gabetti & Isola, Bernard Huet, Boris Podrecca, Alain Sarfati, Gino Valle per la riqualificazione architettonica ed urbana di piazza dell'Unità d'Italia, piazza della Borsa e piazza Verdi., Trieste, 1999.

Benigni P. - Romby G.C., Empoli: città e territorio. Vedute e mappe dal '500 al '900, Empoli, 1998.

Cerri M., Dal "Piaggione" a P.za Guido Guerra: opere di urbanizzazione di un alveo interrato.

Fabbrizzi F., Architettura verso natura, Firenze, 2003.

Macci L., Nuove stagioni della città : progetti e architetture, Milano, 1993.

Morelli A., Guida turistica della città di Empoli, Empoli, 1959.

Morelli A., Empoli negli ultimi 100 anni: notizie, figure, personaggi..., Empoli, 1977.

Empoli, anno V n° 1, 1964, pgg.16-17.

Empoli, anno VII n° 2 - anno VIII n° 1 (speciale), 1967, pgg. 121-130.

Empoli (periodico dell' Amministrazione Comunale) anno V n° 3, 2002, pag. 5.

Mostra delle attività empolesi, n° 1, Empoli, 1939.

Zevi B. (coordinatore generale), Il nuovo manuale dell’ architetto, Roma, 1996.

Zschokke W., Boris Podrecca : opere e progetti - Documenti di architettura; 112., Milano, 1998.

 

Il nuovo Regolamento Urbanistico di Empoli –

www.comune.empoli.fi.it/piano_regolatore/prg05.htm

 

PROGETTO DI PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) adottato dal Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno nella seduta del 1 agosto 2002

Autorità di Bacino del Fiume Arno - WWW.arno.autoritadibacino.it

 

Studio CESA, Rotatorie: manuale applicativo - www.studiocesaingegneria.it

 

Atelier de paysages Bruel - Delmar

Société française des architectes - www.sfarchi.org

 

Paolo Burgi, architetto paesaggista - www.burgi.ch


Indice

 

Introduzione.....

L’  ANALISI

VICENDE STORICHE.....

Breve storia di Empoli.....

Dal “Piaggione” a Piazza Guido Guerra.....

Piazza Guido Guerra nel ‘900.....

LO STATO ATTUALE.....

Il Palazzo delle Esposizioni.....

Piazza Guido Guerra e il suo intorno.....

PREVISIONI PER IL FUTURO.....

Il nuovo Regolamento Urbanistico di Empoli.....

LO  STUDIO PRELIMINARE

Sulle previsioni di Piano.....

Sul traffico e le aree di sosta.....

Sul rapporto con il fiume.....

Sul rapporto con l’ altra sponda.....

Sul rapporto con la città.....

La scelta dei materiali.....

IL PROGETTO

L’ IMPIANTO PLANIMETRICO.....

La viabilità razionalizzata.....

Il nuovo argine e gli spazi verdi.....

La prosecuzione del Asse Cardinale e la nuova porta d’ Arno.....

Il basamento connettivo.....

IL COMPLESSO ARCHITETTONICO.....

Il teatro.....

Lo spazio espositivo.....

L’ albergo.....

La galleria commerciale.....

Gli spazi direzionali.....

Il parcheggio interrato.....

LE TAVOLE DI PROGETTO.....

Bibliografia.....